domenica 8 febbraio 2015

MONUMENTO AI MARTIRI DELLE FOSSE ARDEATINE


In ricordo di 335 persone uccise dai Nazisti, all’interno delle Cave ardeatine,  fatte crollare appositamente con un’esplosione per coprire quest’eccidio all’umanità, il Comune di Roma bandì nel giugno ’44 un concorso  di architettura, il primo del dopoguerra. L’oggetto era per l’appunto la risistemazione dell’area delle cave ardeatine.Dal concorso suddiviso in due fasi, ne uscirono vincitori ex aequo due gruppi di giovani architetti: da una parte  Fiorentino, Aprile, Calcaprina, Cardelli e lo scultore Coccia e dall’altra Perugini e Balsadella.Il percorso progettuale narra i luoghi prima dell’eccidio rimasto quasi intatto e poi della sepoltura. La monolitica pietra tombale, priva di retorica commemorativa è muta e contemporaneamente espressiva. Il monolite rigoroso si erge, staccato 1 metro da terra su un lieve pendio  in contrapposizione armonica con la natura frastagliata delle cave.All’interno, 335 sarcofagi sono compressi dall’enorme peso dell’immensa lapide, la quale è sollevata di 1 metro dalla quota esterna e si appoggia su sei elementi puntiformi. Si definisce così un’asola continua di luce, inframmezzata dai sei sostegni, che amplifica la materia della scatola e concorre a rendere ancora più astratto e senza vita il luogo. Un luogo interno atono che affida alla materia la parola.







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